Premessa mediterranea. Eppure, una volta, questo mare era niente di più che un ponte rapido da sorpassare. C’era una lingua, il Sabir, che parlavano tutti: il mediterraneo, forse, era a suo modo uno Stato a parte. La nave parte da Palermo, verso Tunisi, mentre io e Carlo Alberto Giardina siamo carichi di strumenti musicali e registratori: la commissione, più o meno chiara, è quella di fare ricerca sull’Gombri e sui suoni tradizionali tunisini. Insieme a Carlo e Roberta animiamo un collettivo di ricerca, Rethinking Lampedusa col Made Program siracusano, che da tanti anni prova a capire come ricongiungere il Mediterraneo spezzato. Torno in Tunisia una seconda volta, dopo aver fatto ricerca con la Cis Tunisi (si occupa di migrazione “di ritorno”), per intervistare Salah El Ouregli. Un caro amico artista, Aymen Mbarki, con cui lavoro da molto tempo mi dice “lo conosco. È uno dei pochi che è rimasto a suonarlo”. Che cos’è il Mediterraneo? Definizione sporca, banale, di lavoro temporaneo: il mare e le sue coste intese come metafora dell’insieme di culture, storie, tradizioni e stili di vita che si sono sviluppati in nel bacino del Mediterraneo, influenzandosi reciprocamente nel corso dei millenni. Il Mediterraneo è un extra-territorio: prende più continenti, deostruisce molte delle norme geopolitiche che ne regolano le forme. Leonardo Sciascia chiamava il Mediterraneo mari-amaru (mare amaro), un’espressione che racchiude molta della visione che in questo percorso a ostacoli mi ha portato a questo ennesimo viaggio per capirci qualcosa. Amarezza, crocevia di invasioni, di sofferenza e di isolamento. In gioco c’è, lo dice in modo un po’ maldestro e non troppo preciso Federico Campagna nel suo Otherworlds Mediterranean Lessons On Escaping History(2025), un’epistemologia radicale ma sempre stata minoritaria: una idea di giusto e sbagliato, di tempo e velocità, di processo e natura umana, un modo di conoscere intrinsecamente diverso da quello stesso modo che mi ha portato fin qui, a quasi quarant’anni, a scrivere i miei libri in un certo modo. Non è facile.
Continua qui.















