Sto scrivendo un saggio su Thoreau che esce a Settembre per un’antologia. Qui il mio assaggio preferito:
Argomenti in favore della disobbedienza civile
In questa sezione riporterò alcune delle citazioni più significative estratte da Disobbedienza civile e, a partire da queste, espliciterò premesse e conclusioni degli argomenti che Thoreau a voluto veicolare in forma discorsiva. Le tesi principali che verranno sostenute – e dimostrate – attraverso gli argomenti sono: (1) Il governo è un espediente inutile che limita la nostra libertà d’azione; (2) La disobbedienza civile è una pratica necessaria per dimostrare il proprio dissenso nei confronti di un sistema governativo da cui non ci sentiamo rappresentati.
(1) Il governo è un espediente inutile che limita la nostra libertà d’azione;
«Di tutto cuore faccio mia l’affermazione: “il migliore dei governi è quello che ci governa meno”, e vorrei vederla messa in pratica nel modo più rapido e sistematico. Se attuata, essa conduce a quest’altra affermazione, di cui sono altrettanto convinto: “il migliore dei governi è quello che non governa affatto”, e quando gli uomini saranno pronti, sarà quello il governo che avranno»[1]. Con queste parole Thoreau manifesta tutto il suo dissenso nei confronti del governo che, già da subito, dovrebbe governare il meno possibile ma che – in un futuro possibilmente prossimo – dovrebbe cessare del tutto di governarci. Questa idea di Thoreau non può fungere da premessa da un argomento ma è piuttosto la conclusione che si vorrebbe dimostrare basata sulla constatazione che il governo limiti la nostra libertà d’azione. Vediamo attraverso quali affermazioni di Thoreau è possibile ricostruire un argomento che muova in questa direzione.
A pagina 14 dell’edizione italiana, a cui stiamo facendo riferimento, Thoreau comincia ad argomentare sostenendo che il governo si basi su un complesso sistema legislativo che stabilisce l’equilibro e le relazioni tra i cittadini di uno stato. La prima premessa che possiamo dunque isolare nell’argomento del filosofo è la seguente: Premessa uno (P1) Il governo è basato essenzialmente sui poteri legislativi ed esecutivi. Questa premessa è facilmente giustificabile perché basata essenzialmente su una constatazione de facto degli stati di cose; senza un complesso sistema di leggi che regola le pratiche ammesse o non ammesse entro una società che si vuole regolare lo stesso governo finirebbe per perdere la sua ragion d’essere. Sin dagli albori delle società organizzate vengono istituiti dei sistemi legislativi che stabiliscono ciò che è giusto fare, perseguendo ciò che viola quanto stabilito. Dunque la prima premessa data da Thoreau è vera e difficilmente contestabile.
La seconda delle premesse dell’argomento che stiamo ricostruendo è invece parecchio più complessa e problematica. Thoreau sostiene che un sistema legislativo – governativo, di qualsiasi natura esso sia, limiti la stessa libertà d’azione degli individui che dovrebbero essere regolamentati da quel sistema (pp. 14 – 16) che perdono la loro coscienza e cominciano ad agire nell’ingiusto. La seconda premessa che Thoreau ha idealmente fornito per il suo argomento è la seguente: Premessa due (P2) Il governo, per il solo fatto di essere basato sui poteri legislativi ed esecutivi, limita la libertà degli individui. Giustificare questa seconda premessa è più complesso ma possibile; vediamo – nel rispetto della filosofia di Thoreau – come potremmo procedere. Immaginiamo una situazione in cui due persone – X e Y – stanno facendo un gioco tra loro. X deve far scegliere a Y tra due scatole quella che preferisce e Y potrà poi tenere la sorpresa e farne l’uso che vuole. Banalmente, Y potrà effettivamente operare una “libera” scelta, ovvero quella tra le due alternative ma, per quanto libera, la sua scelta dovrà sempre essere orientata o verso una scatola o verso un’altra. Tuttavia quella di Y non è una scelta tra infinite possibilità ma tra due che gli sono già imposte da qualcun altro. Per Thoreau, i sistemi governativi limitano la libertà esattamente come avviene in questo giochino, scegliendo a monte le possibilità ridotte tra cui potranno scegliere gli individui che si governano e impedendo quella situazione che, per sua stessa natura, spetterebbe all’uomo, ovvero una scelta libera ed autentica. In questo senso la premessa due dell’argomento di Thoreau è giustificata e difficilmente contestabile.
La terza premessa è data naturalmente dalla giustificazione della seconda, Premessa tre (P3) Se un governo limita la nostra libertà d’azione è giustificato per noi chiedere l’abolizione di quel governo stesso.
Vediamo, in “bella” forma come si presenta l’argomento di Thoreau:
P1: Il governo è basato essenzialmente sui poteri legislativi ed esecutivi;
P2: Il governo, per il solo fatto di essere basato sui poteri legislativi ed esecutivi, limita la libertà degli individui;
P3: Se un governo limita la nostra libertà d’azione è giustificato per noi chiedere l’abolizione di quel governo stesso;
Conclusione: “il migliore dei governi è quello che non governa affatto”, ovvero dobbiamo chiedere la fine del governo.
L’argomento è valido e, come abbiamo visto, anche fondato. Tuttavia si basa sull’assunto di base che limitare la libertà sia sempre negativo. Possiamo teoricamente immaginare che qualcuno si opponga a questo principio sostenendo che, in certi casi, limitare la libertà di un individuo potrebbe essere giustificato per vari motivi (ad. es. arrestare un serial killer). Il mordente di questa obiezione avrebbe però avuto scarso effetto su Thoreau che sostiene che la sua conclusione sarà possibile solo quando gli uomini “saranno pronti”. Ciò che credeva Thoreau è che intanto il governo avrebbe dovuto governare meno e, solo riscoprendo tanto di ciò che ci è stato negato, l’uomo potrebbe prepararsi a non essere governato da nessuno. In quella società lontana teorizzata da Thoreau, difficilmente troverebbero spazio i serial killer prodotti anch’essi da sottili ripercussioni dei poteri disciplinari.
(2) La disobbedienza civile è una pratica necessaria per dimostrare il proprio dissenso nei confronti di un sistema governativo da cui non ci sentiamo rappresentati.
La seconda delle tesi di Thoreau è molto semplice da dimostrare dopo aver dimostrato (1). Riprendendo l’esempio delle scatole proviamo ad aggiungere una seconda condizione. Non solo Y potrà scegliere tra due alternative, ma dovrà scegliere tra le due alternative. Secondo Thoreau, infatti, il governo molto spesso non concede false scelte ma passa direttamente alle imposizioni. Prendiamo un esempio come quello delle tasse a cui Thoreau dedica non poche riflessioni.
Non mi sono mai rifiutato di pagare la tassa per le strade statali, perché desidero essere un buon vicino tanto quanto desidero essere un cattivo cittadino; e per quanto riguarda il finanziamento delle scuole, sto ora facendo la mia parte per istruire i miei concittadini. Non per via di qualche voce particolare della cartella delle imposte, che mi rifiuto di pagarla. Desidero semplicemente rifiutare obbedienza allo stato, ritirarmi e starne concretamente alla larga. Non mi interessa seguire il percorso del mio dollaro, ammesso che sia possibile, fino a che questo non compri un uomo o un moschetto con cui sparare a qualcuno – il dollaro è innocente – ma mi preoccupo di seguire gli effetti della mia obbedienza[2].
Molte sono le riflessioni che Thoreau condensa in questo passo. L’idea di obbedire fin quando non si limita la libertà altrui è molto chiara; tuttavia, quando alcune delle nostre azioni – si veda il pagamento delle imposte – cominciano a finanziare la guerra (Thoreau si scagliò dichiaratamente contro quella in Messico a lui contemporanea) allora comincia quella che il filosofo definisce una “disobbedienza civile”. Di fronte alla scelta delle due scatole dobbiamo esercitare la nostra resistenza non violenta, ovvero dobbiamo scegliere di poter non scegliere.
La disobbedienza civile costò a Thoreau il carcere – seppur breve – perché come abbiamo sostenuto spesso siamo costretti a scegliere qualcosa, e scegliere di non pagare le tasse non è un’ipotesi contemplata dal sistema. Tuttavia secondo il filosofo, l’unica vera risorsa dell’uomo libero è quella di disobbedire, nonché l’unico modo che abbiamo per dichiarare “guerra”[3] al governo combattendo per la sua fine.
Ma Thoreau non contestava il governo solo perché limitante delle nostre possibilità, ma anche perché attraverso un dominio sistematico ha contribuito al massacro della natura (e degli animali non umani). Walden, a cui stiamo per dedicare il prossimo paragrafo, si costituisce, infatti, come un manifesto programmatico contro questo dominio che oggi più che mai trova esemplificazione nella realtà.