Nel Gennaio del 1961, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini visitano l’India: mi piace pensarli così, a discutere del più e del meno. Ad arrabiarsi, ad amare – a vivere. Mi piace pensare a questi giganti di cui raccogliamo l’eredita, come si pensa a dei genitori che ti osservano dall’alto dei cieli e ti guidano, come gli angeli di Wim Wenders. Quando osservando i limiti dell’umano, le guerre e le nefandezze, possiamo soffermarci contemplando con rispetto la semplicità di questa foto forse, ma solo con umile non curanza per il bruciore dell’esistenza, possiamo credere che qualcosa (di buono) c’è. Tutto direbbe Quine. Qualcosa, vi dico io. E chi sono io? Solo un uomo. Ma i due, qui di sotto. sono di più: sono archetipi di una vita indistruttubile. Sono lucciole che illuminano il nostro squallido cammino: sono poeti.
Oltre le lucciole della poesia
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