Una mattina d’Agosto,
senza fiato finisco impaurito, lì.
Una mattina, di quell’Agosto che più fu mattina,
mi accorgo d’essere umano, e le parole mi sfuggono.
Una mattina d’Agosto risuona la marcia funebre,
ed io stesso m’accorgo che posso morire,
io stesso che posso patir patendo.
Una mattina d’Agosto non mi vedo quasi più,
e forse il vuoto non è poi così triste.
Una mattina, che non ricordo più quando,
sembravo vivo e gli altri morti.
Quella mattina, in quel non luogo, capì,
la marcia era per me,
ma “me” chi, davvero non so.
2 risposte a “Requiem – a me stesso”
Caro Leonardo, scusa se ti scrivo qui ma sul tuo profilo di facebook nion ho trovato l’opzione per inviare messaggi privati. Scusa se non accetto la tua amicizia su facebook: ho invitato solo i miei amici più intimi perchè mi conoscono molte persone e non voglio perdere ttoppo tempo su fb. Lo uso quasi esclusivamente per leggere e commentare su profili importanti come filosofipercaso e qualche altro. Perciò mi sono iscritta con un nick, perchè non voglio mi trovino i tanti che mi conoscono. Ma il mio profilo è aperto a tutti e se vuoi puoi venire a trovarmi quando vuoi. Anche sul mio blog di splinder, se ti va:
http://parolenude.splinder.com
Un abbraccio.
Ricambio l’abbraccio, non preoccuparti. Volevo ringraziarti per il commento positivo al mio libro su filosofi per caso.
Buone cose