il libro del mondo, il migliore che abbia scritto?
a parte che è scopiazzato per un terzo (su internet si trova tutto quanto in merito)….
discutiamone: H. inizia e finisce con “estensione del dominio della lotta” – e forse un clap clap per “le particelle elementari”, che comunque mi piace molto.
Non sono giovane(ho 42 anni) ed ho letto parecchia letteratura, quindi sento di poter criticare o apprezzare un romanzo con una certa cognizione di causa, senza falsa modestia 😉
Houellebecq mi piace molto. Trovo che sia comunque un autore poco costante, ad esempio “La possibilità di un’isola” ha un significato complessivo molto interessante, ma risulta inorganico, poco credibile, un po’ cialtronesco insomma.
Personalmente ho apprezzato molto anche Piattaforma, oltre ai da te sopracitati “Estensione del dominio della lotta” e “Le particelle elementari”.
“La carta e il territorio” è molto più intimista rispetto agli altri e quello in cui l’autore sembra indulgere maggiormente verso una forma di accettazione e comprensione del mondo; a differenza degli altri, in cui il cinismo e la disillusione sembrano non lasciare spazio ad altro.
Ne “La carta e il territorio”, alla fine, riesce ad emergere un rispetto verso la vita – intesa però nel suo senso più primordiale ed istintuale, riferito esclusivamente alle semplici manifestazioni della “natura” che si limita a propagarsi, a crescere, quasi come una sorta di superfetazione a dispetto di tutto – che è quasi una “resa” commovente. Ed è questo ciò che mi è piaciuto maggiormente: questo riconoscimento di una forza della natura in grado di andare oltre l’intelletto e persino oltre l’arte (bellissima l’immagine descritta nel passo finale, in cui la natura selvaggia invade tutto lo spazio e sembra invadere anche la paina bianca).
Trovo che sia il migliore che abbia scritto perché il più maturo, sia stilisticamente che contenutisticamente.
Ma poi qui, suppongo, entrano in campo anche aspettative e gusti personali, dai quali è difficile affrancarsi del tutto.
Non mi interessa mai più di tanto che un’opera sia scopiazzata o meno, mi interessa il risultato complessivo.
In letteratura tutto, se vogliamo, ha un qualche archetipo da qualche altra parte.
Le diatribe di questo tipo le trovo sterili. Ripeto, è al risultato raggiunto che si dovrebbe badare.
Comunque poi andrò ad informarmi meglio.
vedi mm1 che se t’impegni mi lasci dei bei commenti! 🙂
Sono incuriosito dalla tua valutazione, e quasi quasi vado a prendere “Piattaforma”.
Non conosco Houellebecq oltre questo libro e “le particelle elementari”. Quando mi farò un’idea generale sarò molto contento di discuterne con te che mi sembri molto più informato. Un caro saluto.
7 risposte a “Il libro del mondo.”
Il migliore che abbia scritto.
il libro del mondo, il migliore che abbia scritto?
a parte che è scopiazzato per un terzo (su internet si trova tutto quanto in merito)….
discutiamone: H. inizia e finisce con “estensione del dominio della lotta” – e forse un clap clap per “le particelle elementari”, che comunque mi piace molto.
sarà, forse siete gggiovani…
Direi che non hai capito il senso del libro o che abbiamo gusti diversi.
grazie per il commento, a presto.
sì, non ho capito il senso del libro.
@ mm1
Non sono giovane(ho 42 anni) ed ho letto parecchia letteratura, quindi sento di poter criticare o apprezzare un romanzo con una certa cognizione di causa, senza falsa modestia 😉
Houellebecq mi piace molto. Trovo che sia comunque un autore poco costante, ad esempio “La possibilità di un’isola” ha un significato complessivo molto interessante, ma risulta inorganico, poco credibile, un po’ cialtronesco insomma.
Personalmente ho apprezzato molto anche Piattaforma, oltre ai da te sopracitati “Estensione del dominio della lotta” e “Le particelle elementari”.
“La carta e il territorio” è molto più intimista rispetto agli altri e quello in cui l’autore sembra indulgere maggiormente verso una forma di accettazione e comprensione del mondo; a differenza degli altri, in cui il cinismo e la disillusione sembrano non lasciare spazio ad altro.
Ne “La carta e il territorio”, alla fine, riesce ad emergere un rispetto verso la vita – intesa però nel suo senso più primordiale ed istintuale, riferito esclusivamente alle semplici manifestazioni della “natura” che si limita a propagarsi, a crescere, quasi come una sorta di superfetazione a dispetto di tutto – che è quasi una “resa” commovente. Ed è questo ciò che mi è piaciuto maggiormente: questo riconoscimento di una forza della natura in grado di andare oltre l’intelletto e persino oltre l’arte (bellissima l’immagine descritta nel passo finale, in cui la natura selvaggia invade tutto lo spazio e sembra invadere anche la paina bianca).
Trovo che sia il migliore che abbia scritto perché il più maturo, sia stilisticamente che contenutisticamente.
Ma poi qui, suppongo, entrano in campo anche aspettative e gusti personali, dai quali è difficile affrancarsi del tutto.
Non mi interessa mai più di tanto che un’opera sia scopiazzata o meno, mi interessa il risultato complessivo.
In letteratura tutto, se vogliamo, ha un qualche archetipo da qualche altra parte.
Le diatribe di questo tipo le trovo sterili. Ripeto, è al risultato raggiunto che si dovrebbe badare.
Comunque poi andrò ad informarmi meglio.
vedi mm1 che se t’impegni mi lasci dei bei commenti! 🙂
Sono incuriosito dalla tua valutazione, e quasi quasi vado a prendere “Piattaforma”.
Non conosco Houellebecq oltre questo libro e “le particelle elementari”. Quando mi farò un’idea generale sarò molto contento di discuterne con te che mi sembri molto più informato. Un caro saluto.
Ho confuso mm1 con Rita. Scusate.
Rita: sei la voce della saggezza. 🙂 grazie per i consigli.