3 Luglio 2015, le coordinate sono imprecise, il mio telefono non ha campo: sono quasi libero.
Il Friuli è una delle ultime regioni italiane a mantenere paesaggi unici: non si tratta di dire migliori o peggiori, ma propio unici.

Diego Perrone
Dalla mia finestra filtra una luce che può essere solo friulana, la campagna che asseconda il canto degli uccelli è solo friulana, l’accento dei ragazzini che giocano è friulano … sono eredi di Pasolini, eredi di un’altra Italia, nostri eredi. In questo scenario che si chiama Soleschiano, poi non così lontano da Udine nonostante il correttore automatico continui a modificarne il nome, mi trovo ospite di una residenza per artisti – RAVE Residency: East Village Artist Residency – e sono venuto per presentare il lavoro dell’artista principale di quest’anno: Diego Perrone. Dialogo al museo d’arte contemporanea di Udine a parte, Rave si sviluppa tra le campagne, quasi dei boschi, immersi tra animali salvati da una triste sorte, entro un laboratorio di giovani artisti, filosofi, architetti e giornalisti. Mentre scrivo, più per cercare di capire se è tutto vero, osservo questi ragazzi giovanissimi che espongono a Diego il loro lavoro e che raccontano alle artiste che hanno inventato tutto ciò – Tiziana e Isabella Pers – come e perché hanno scelto di lavorare con l’arte. Il Friuli, questi paesaggi dimenticati, questi discorsi lontani: Rave è uno spazio di resistenza. Un insedio, o forse innesto, in paesaggi che si costituiscono come autonomia dal dominante, ma anche dal dominato. Dovevo scrivere un lungo articolo per una rivista su come si sviluppa esattamente la residenza, su chi vi partecipa, su cosa ci aspettiamo di fare, dire, produrre: ho rifiutato. Perché mentre batto sui tasti del mio computer vedo questi ragazzi correre, lavorare sotto il sole, interagire con asini e capretti, e mi pare di essere argine alla resistenza stessa che avrei dovuto descrivere. Cerco campo, quel campo di lavoro che in Nello sciame (nottetempo 2015) Byung-Chul Han dice inseguirci ovunque, ma invece io qui non lo trovo: trovo un “fuori-campo”, che è probabilmente proprio il campo dove si sviluppano arte, filosofia, e tutto ciò che rispetto al sistema è residuale.
Questo è Rave, e semplicemente ve lo volevo dire.