Elio Fiorucci era una grande persona. Una volta è venuto a sentire una mia conferenza al Teatro Sociale, Como, seduto in prima fila, e io ovviamente non l’avevo riconosciuto. Alla fine della conferenza mi fa qualche domanda, un po’ commosso, e mi chiede di moda: io, sempre non sapendo chi fosse, gli rispondo un po’ scazzato (ma lui, incuriosito, prendeva appunti e ringraziava). Poi, finito tutto, viene e mi regala un paio di agendine Fiorucci con una dedica e il suo numero di telefono – voleva aiutarmi nei miei progetti e mi citò questa frase di Aldo Busi “O credi alla gioventù o la vita sociale, civile, è morta”.
Qualsiasi cosa di pensi del suo lavoro, mi diede una lezione di stile ed eleganza che mi ricorderò per sempre.