
Il limite umano: superarlo o abbandonarlo? Vogliamo davvero un “superuomo”, tra innesti biologici, ingegneria genetica applicata agli animali, sperimentazione scientifica volta a superare criticità tipiche della nostra specie? Il bivio è tra trans-umanesimo e postumano: il primo è un rafforzare l’antropocentrismo per rendere forte anche ciò che è debole dentro il progetto umanista; il secondo depotenzia e ritrova l’animalità dell’umano, rievoca il reintegro in una dimensione naturale. A “Lo stato dell’arte”, il programma di Rai Cultura in onda mercoledì 16 marzo alle 23.15 su Rai5, Maurizio Ferraris ne parla con Enrico Alleva, docente di etologia all’Università La Sapienza di Roma, e Leonardo Caffo, filosofo e giornalista. Per Enrico Alleva è importante ragionare sugli animali e soprattutto sugli esseri umani transgenici, definendo i confini etici della ricerca. L’antropocentrismo ha dei limiti euristici, come dimostra l’etologia, che individua tratti animali nel comportamento umano e viceversa. D’altra parte, i modelli animali per l’analisi comparata delle malattie umane, presentano a loro volta limiti e potenzialità. Secondo Leonardo Caffo il postumano, che è diverso dal trans-umanesimo e dall’antropocentrismo, è contro l’idea che l’umanità possa sempre e comunque superare i propri limiti attraverso lo sviluppo tecnologico. I limiti infatti più che un ostacolo sono una risorsa. Il postumano ha come cornice il biocentrismo e non l’antropocentrismo: al centro c’è la vita in generale, non un tipo di vita, ossia la nostra vita di uomini.