LA FILOSOFIA, PENSIERO DI LIBERAZIONE

LA FILOSOFIA, PENSIERO DI LIBERAZIONE

News 22177, Pantelleria 10/06/2018

Caro direttore,
devo assolutamente raccontarle le emozioni che mi ha suscitato la lettura di un articolo del filosofo Leonardo Caffo di cui Pantelleria News ha recentemente parlato. Nella prefazione alla nuova edizione de “Il maiale non fa la rivoluzione” Caffo ci invita ad “abbandonare tutto ciò che sappiamo di noi stessi, mettere in discussione ogni nostra comodità o certezza, affidarsi al dubbio totale su un futuro che potrebbe cambiare sotto ogni versante l’assetto sociale del nostro vivere comune…. La filosofia, se è buona filosofia, è varco sul futuro e anticipazione “qui e ora” di ciò che vorremmo sarà … Il nostro pensiero deve essere un pensiero di liberazione dalla prospettiva dei liberati e non dei liberatori …. Noi non siamo loro e finché resteremo noi, questo sogno di libertà che è la liberazione complessiva rimarrà incompreso … Il nostro movimento è un esercizio di rivoluzione p er conto terzi; si tratta di impersonificare il punto di vista dell’altro .. di quelli che oggi stanno morendo mentre chiediamo i loro diritti”. Sono parole bellissime, che commuovono, che ci toccano nel profondo. Non so se Leonardo Caffo sia cattolico, ma io sento vibrare nelle sue parole l’espressione più alta del Vangelo. Sta parlando di animali (apparentemente), ma basta sostituire la parola animali con uomini o fratelli per capire l’altezza del suo pensiero. “Forse davvero è possibile cambiare la condizione degli animali, ma per farlo dobbiamo lavorare sull’umano … Ciò che diventeremo passa da come decidiamo di relazionarci con gli altri … Gli animali osservano questo nostro stesso pianeta, ma la nostra sorte è comune…… o si cambia al vertice, partendo dalla cultura, o avremo solo centinaia di vegani impazziti a cercare cotolette di seitan fingendosi pensatori raffinati, mentre miliardi di animali (leggi persone, esseri umani, frate lli) continuano a esplodere come stelle danzanti a fine vita in un universo che, per definizione, non propaga nessun suono; neanche le urla di dolore…. Non calpesto coloro che non hanno nessuno a cui ricorrere”. Che lezione di vita e di etica queste parole! Cordiali saluti.
Enrico Virtuani

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